tratto dala Storia dell'Arte di Fratelli Fabbri Ed.  

La produzione artigiana protostorica

Il lungo periodo di passaggio dalla preistoria alle prime forme di vita organizzata è caratterizzato in Italia dal formarsi di aree culturali isolate e distinte, con fasi di sviluppo alterne e discontinue che malgrado il cospicuo numero di ritrovamenti, offrono ancora un quadro estremamente incerto e frammentario dell a produzione artigiana di questi secoli. condizioni queste che vanno in gran parte attribuite alla stessa conformazione geografica del nostro paese, che ha in genere sempre impedito il formarsi di stabili rapporti tra regione e regione, alla diversa origine delle popolazioni che in epoche anteriori si erano ivi insediate, e alle molteplici influenze che su tali popolazioni esercitarono più evolute civiltà esterne.

Nell'ambito di una comune tendenza all'improvvisazione e alla vivacità espressiva, proprie di un'arte primitiva, tali culture regionali differiscono infatti in modo notevole nelle forme e nelle tecniche decorative dei loto prodotti, che conservano a lungo i caratteri peculiari di una tradizione artigiana che affonda le sue radici in età preistorica. La stessa civiltà etrusca, malgrado la sua notevole espansione e la sua vitalità artistica, no riuscì a compiere, neppure nell'ambito del proprio territorio, quella fusione culturale dell'area italica che si realizzerà soltanto in Età romana

La cultura appenninica

Già nell'Età del bronzo si possono distinguere nell'area italiana una non ben definita cultura meridionale e sicula, la cui produzione vascolare denuncia chiari influssi della civiltà egeo-anatolica, e una "appenninica" di antica tradizione in cui si poosno individuare rapporti col mondo balcanico.
Caratteristici prodotti di questa sono vasi decorati a disegni geometrici (la spirale e il meandro) o incisi con motivi in rilievo applicati.

La cultura subappenninica e la cultura padana

Nell'età del bronzo si nota il perdurare dell'influenza egeo-anatolica nei prodotti siculi e l'emergere di due altre distinte culture: quella peninsulare subappenninica e quella padana, unita al mondo danubiano e centroeuropeo, i cui prodotti rivelano un gusto opposto verso l'effetto coloristico e l'astrazione decorativa. Caratteri comuni si notano invece nei prodotti in bronzo, osso, corno lavorati, come fibule, spade, asce, ecc...

Il periodo protovillanoviano

Nel periodo della transizione tra l'Età del bronzo e l'Età del ferro grandi movimenti migratori di popolazioni asiatiche ed europee determinano rivolgimenti e nuovi assestamenti anche all'interno del mondo italico. Ad essi va probabilmente attribuito il generale impoverimento della produzione delle culture locali.

LE CULTURE ITALICHE DELL'ETA' DEL FERRO

 

Il periodo orientalizzante

Una notevole ripresa dell'attività artigiana caratterizza la vita delle popolazioni italiche in questo periodo insieme a un ulteriore frazionamento delle culture regionali che precede la colonizzazione greca dell'Italia meridionale e il contemporaneo fiorire della civiltà etrusca


La cultura villanoviana

Nella parte settentrionale della penisola perdurano tradizioni antiche mentre uno sviluppo nuovo e originale presenta invece più a sud la civiltà "villanoviana" (da Villanova sobborgo di Bologna, luogo dei principali ritrovamenti) diffusa nel territorio che diverrò poi culla della civiltà etrusca.

Fiorita tra il 1000 e il 650 a.C. produce grandi urne funerarie di terracotta a forma biconica con decorazione lineare geometrica a tratti incisi e rimpiti a calce o eseguiti meccanicamenteo con punzone che ripete in serire gli stessi motivi. Interessanti sono le urne cinerarie a forma di vaso coperto da un elmo vero o riprodotto in terracotta, che rappresentano il prototipo dei canopi etruschi

 

La cultura campana

Tra i prodotti più interesanti vi sono le grandi sculture in pietra tufacea ritrovate nel santuario di Capua, le cosiddette "matres", robuste figure femminili sedute, con in braccio fino a dodici bambini in fasce. Squadrate in blocchi quadrangolari, con forme e tratti somatici cubiformi e vesti solcate da pieghe diritte e parallele, posseggono, malgrado la rozzezza dell'esecuzione e la dilatazione deformante dei piani, una notevole forza plastica


Le culture adriatiche

rimangono fuori dall'influenza etrusca e greca fino ancora al VI e V secolo a.C. Singolari sono le piccole maschere d'ambra e osso del Piceno, con grandi occhi sbarrati, e le sculture funerarie di pietra calcarea o arenaria, come il Guerriero di Capestrano, originariamente policromo, che rivela qualche indiretto influsso della cultura geometrica greca nella rigida, simmetrica impostazione ma presenta caratteri di assoluta originalità nel trattamento plastico delle masse e nell'estrema cura dei particolari.

La pittura dell'Italia meridionale

Era diffusa come in Etruria la decorazione pittorica tombale ma gran parte delle scoperte passate sono andate distrutte. Nel fregio della tomba di Ruvo (V sec. a.C.) si nota l'influenza etrusca, benché lo stile sia meno evoluto, e una vivacità ottenuta con sapiente contrasto cromatico


 

L'aera Osco-Sabellica

Interessa l'odierne regioni di Abruzzo, Molise, Campania, Lucania e Calabria. Caretteristi prodotti erano bronzetti votivi come il Guerriero sannitico.

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