Action Painting  1947 - 1952
(EE) - Il termine venne proposto dal poeta e critico newyorkese
Harold Rosenberg, in un articolo del 1952 (American Action
Painters). La nuova denominazione A P sostituiva il termine
«espressionismo astratto» introdotto in America nel 1929
in riferimento alle prime opere astratte di Kandinsky e in
seguito (1946) applicato al nuovo movimento americano. Il
termine A P poneva l’accento sull’atto fisico del dipingere,
sul mezzo d’espressione che eliminava qualsiasi suggestione
figurativa per evidenziare sulla tela le realtà essenziali del
colore e i movimenti complessi o decisivi del dramma creativo.
L’esponente piú esemplare di questa corrente è Jackson
Pollock. Dal 1947 egli adottò la tecnica del dripping
(proiezione di gocce di pittura colante da bastoni o scatole
forate), che favoriva la rottura con le convenzioni pittoriche
precedenti, mirando all’effusione diretta degli impulsi fisici
o psichici. Pollock copriva cosí la superficie di tele assai
grandi distese sulla parete o, preferibilmente, sul pavimento,
allo scopo, diceva, di essere direttamente nella pittura.

Senza che si parlasse di movimento o di scuola, il termine A
P designò numerosissimi pittori americani della stessa generazione,
tra i quali, principalmente, Franz Kline, Willem
de Kooning, Clyfford Still, Mark Rothko, Robert
Motherwell, William Baziotes, Philip Guston, Bradley
Walker Tomlin, Jack Tworkov, benché differissero oltremodo
nelle ricerche e nelle tecniche. Introdotto piuttosto
rapidamente a Parigi e in Europa, l’uso dell’espressione A P
è rimasto tuttavia occasionale e impreciso, applicandosi
tanto a talune forme gestuali dell’astrattismo lirico quanto
all’informale, al tachisme e infine ad una particolare manifestazione
del gesto: il segno calligrafico. (rvg)
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