Nuove tendenze  1913 - 1914
(EE) - Tra i più importanti tentativi di rinnovamento delle arti
operato da giovani artisti nel primi decenni del secolo si
annovera l’episodio milanese di Nt, il gruppo artistico
d’avanguardia che nasce ed opera a Milano tra l’estate del
1913 e la primavera del 1914. Animatore e presentatore
del sodalizio è Ugo Nebbia, disegnatore di gusto secessionista,
critico d’arte e profondo conoscitore della cultura
figurativa francese, russa e mitteleuropea. Accanto a lui,
nell’opera promozionale, sono l’architetto Giulio Ulisse
Arata, Gustavo Macchi ed il critico Decio Buffoni. Spetta
a loro la prima elaborazione del programma e l’idea di
un’esposizione, mentre il pittore Leonardo Dudreville
avvicinerà e recluterà gli artisti, come risulta da una lettera
alla pittrice Adriana Bisi Fabbri dell’agosto del 1913.
La prima uscita pubblica del gruppo è un manifesto-programma,
datato 20 marzo 1914 e sottoscritto da Arata,
Buffoni, Mario Chiattone, Dudreville, Carlo Erba, Achille
Funi, Macchi, Nebbia, Giovanni Possamai, Antonio
Sant’Elia, inizialmente edito come volantino ed in seguito
pubblicato su «Pagine d’Arte» (a. II, n. 7, Milano
15.4.1914) quasi contemporaneamente all’annuncio sulla
stessa rivista della prossima apertura della mostra di Nt.
La Prima Esposizione d’Arte del Gruppo Nt ha luogo alla
Famiglia Artistica a Milano dal 20 maggio al 1o giugno
del 1914. Vi partecipano Adriana Bisi Fabbri (due dipinti),
l’architetto Mario Chiattone (tre disegni), Dudreville
(dieci dipinti), Carlo Erba (nove dipinti), Alma Fidora
(quattro stoffe ricamate), Possamai (quattro dipinti) e
Sant’Elia (sedici disegni di architettura). Dei primi membri fondatori non espose l’architetto Arata né compaiono
i nomi di Buffoni e di Macchi. Il testo introduttivo del
catalogo, firmato da Ugo Nebbia, è un’affermazione di libertà
espressiva, al di là delle estremizzazioni avanguardistiche.
«[...] Non ci teniamo ad essere incomprensibili ad
oltranza, né a profanare per puro capriccio di novità il
senso estetico dei più: ma d’apparire solo onesti collaboratori
a favore d’una sempre più ampia e libera espressione
attraverso la quale soltanto sentiamo che l’arte nostra
potrà, anzi dovrà, trovare i suoi più vitali elementi». Il
gruppo propone, quindi, una posizione moderata ed autonoma
rispetto al futurismo, tanto che Arata su «Pagine
d’Arte» del 30.7.1914 parlerà di «ala destra del Futurismo
», distinta dall’«estrema sinistra rivoluzionaria
dell’arte» espressa da Marinetti. D’altronde, dall’analisi
delle opere presenti in mostra e dalle autopresentazioni
degli espositori (Dudreville, Sant’Elia, Possamai, Funi,
Erba) se da una parte emerge con evidenza il valore soggettivo
attribuito alle singole ricerche, fuori da un impegno
totalizzante e programmatico, allo stesso tempo si palesa
una vicinanza con le scelte linguistiche futuriste, soprattutto
nelle opere di Sant’Elia, Chiattone, Funi,
Dudreville e Nizzoli, che la critica contemporanea registra
puntualmente. Accanto a composizioni plastico-dinamiche,
fortemente sintetiche, e ad alcune proposizioni
teoriche influenzate dagli scritti di Boccioni e Severini,
convivono nel gruppo Nt – specialmente nelle opere di
Erba, Bisi Fabbri e Possamai – elementi e simbologie di
derivazione secessionista, valenze simboliste ed accenti
espressionisti. Questa molteplicità di componenti culturali,
questo sincretismo formale collocano il fenomeno Nt
all’interno di quel movimento d’avanguardia eterodosso
che trova in Italia la propria sede naturale nelle esposizioni
di Ça’ Pesaro a Venezia, nell’Esposizione Libera Futurista
internazionale alla Galleria Sprovieri a Roma, nelle
Secessioni romane. L’eterogeneità di Nt e l’instabilità
delle alleanze saranno la causa principale delle breve durata
del gruppo. Il passaggio di Sant’Elia al futurismo con la
pubblicazione del Manifesto dell’Architettura futurista e le
polemiche che ne derivarono segnano nell’estate del 1914
la fine di questa esperienza. Alcuni dei suoi maggiori
esponenti, dopo un breve adesione al futurismo, confluiranno
nel Novecento. [Einaudi]
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