artista

Max Pechstein

(1881 - 1955)

(Einaudi) - (Zwickau 1881 - Berlino 1955). Dopo un periodo di pratica come pittore decoratore, nel 1900 è a Dresda dove frequenta la Scuola di Arti e Mestieri e poi l’Accademia. Dal 1906 al 1911 fa parte della Brücke da cui viene in seguito espulso per la sua adesione alla Nuova Secessione. Viaggia in Italia e in Francia, per stabilirsi poi nel 1908 a Berlino, anticipando i suoi colleghi di Dresda. Le incisioni in legno di questo periodo hanno i tipici tagli violenti della Brücke Storia dell’arte Einaudi (Testa di pescatore, 1911: Düsseldorf, km); mentre per i soggetti e lo stile rimarrà vicino ai suoi compagni (In riva al lago, 1910-11: Berlino, Brücke Museum), per quanto riguarda il colore, meno arbitrario, e per le sciolte impaginazioni, subirà l’influsso dei fauves (Ragazza in maglietta gialla e nera, 1909: Berlino, coll. priv.). Soprattutto H. Matisse e Kees van Dongen, conosciuto a Parigi, indirizzano la sua pittura verso un’intensificazione degli aspetti esteriori, non solo del colore, ma anche della forma e della pennellata (Composizione, acquerello, 1917: Firenze, coll. priv.). L’interesse per l’arte primitiva e l’amore per Gauguin lo portano in Africa e nelle isole Palau nel 1914, ma i dipinti che esse gli ispirano, dal primitivismo troppo concertato, tradiscono minor agio nell’esecuzione. L’anno dopo torna a Berlino, dove l’apprendistato di stampo accademico riemergerà con la pratica di tecniche collaterali, quali il mosaico per la casa di Fritz Gurlitt eseguito in quella stessa città nel 1917. Fa inoltre delle sculture che si ispirano al canone dell’arte negra e sempre di piú, dopo la guerra, prende lezione dal cubismo indirizzandosi verso una stilizzazione piú decorativa che espressiva. Il suo modernismo, in una produzione comprendente essenzialmente figure e paesaggi, andrà man mano attenuandosi. La tradizione espressionista non perdurerà oltre l’inizio degli anni Venti (Giovane donna distesa, 1922: Monaco, coll. priv.). Un soggiorno in Italia, a Monterosso al mare (1924-25) determina invece il ritorno dell’artista a un piú inventivo realismo (Portatori di pietre italiani, 1925: Berlino, Brücke Museum). A Berlino, dove trascorse quasi tutta la sua vita, fu tra i fondatori dell’Arbeiterrat für Kunst (Consiglio operaio per l’arte) e del Novembergruppe. Insieme a Kirchner fondò l’Istituto per l’insegnamento della pittura (MUIM-Institut) che non ebbe successo. Dal 1919 fino al 1933 insegnò all’Accademia di belle arti. Sospeso dal partito nazional-socialista, riprese l’insegnamento solo dopo dodici anni per proseguirlo fino all’anno della sua morte. Troviamo le sue opere nei musei tedeschi (Berlino, Colonia, Essen, Halle, Amburgo, Monaco, Saarbrücken), a Parigi (mnam: due quadri di Bagnanti, 1912 e 1913) e a Detroit (Institute of Arts). (mas + chmg).

 
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