Leon Battista Alberti, tempio Malatestiano (chiesa di San Francesco)
1447 - Rimini
 Rinascimento 

1447 - 1450

Alberti doveva trasformare la chiesa di San Francesco in un tempio-mausoleo dedicato a Sigismondo Malatesta. L'opera, eseguita da Matteo de' Passi, non fu realizzata completamente. Il riferimento all'architettura romana è incontestabile e non è soltanto ideologico. Esiste una motivazione formale; l'acquedotto sul fianco e l'arco trionfale nella facciata vengono usati col preciso intento di mettere in tensione la struttura. Originariamente erano elementi architettonici che si inserivano nello spazio senza delimitarlo e già Brunelleschi li aveva usati per creare una transizione tra spazio chiuso e aperto. Qui vengono usati per manifestarne le spinte opposte. Le due arcate laterali, previste della stessa profondità di quella centrale, dovevano accogliere i sepolcri dei Malatesta. Nel secondo ordine della facciata un'ampia arcata doveva salire in alto fino a interrompere un frontone curvo. L'interno è a una navata unica con volte ogivali. Il tutto doveva essere concluso da una grande cupola su modello del Pantheon.

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